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HIV, se sistema immunitario recupera, aspettativa di vita come popolazione generale

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silence®
view post Posted on 28/1/2014, 10:51     +1   -1




27 gennaio 2014

Quanto ha inciso l’avvento della terapia antiretrovirale altamente attiva (HAART) sull’aspettativa di vita dei pazienti contagiati dall’HIV? A questa domanda prova a rispondere uno studio tutto italiano pubblicato sul numero di febbraio delJournal of Acquired Immune Deficiency Syndrome (Jaids) e la risposta è: in modo incredibile.

Nei soggetti in cui, grazie alle cure, si è ottenuto un adeguato recupero del sistema immunitario, identificato con una conta dei CD4 stabilmente al di sopra delle 500 cellule/microl, l’aspettativa di vita è paragonabile a quella della popolazione generale.

Lo studio, retrospettivo e osservazionale, è opera dell’Italian Collaborative HIV Aging Cohort (ICHAC), un network tuttora in attività di quattro centri di riferimento per la cura dell’’infezione da HIV nel nostro Paese: il San Paolo di Milano, l’Ospedale S. Raffaele, sempre di Milano, il Policlinico di Modena e il Centro Oncologico di Aviano.

Data la collocazione geografica dei quattro ospedali, gli autori hanno confrontato l’aspettativa di vita di un gruppo di pazienti sieropositivi seguiti presso i loro centri e sottoposti alla HAART rispetto a quella della popolazione generale di pari età residente nel Nord Italia (ricavata dai dati Istat).

Che grazie alla terapia antiretrovirale i pazienti sieropositivi vivano più a lungo non è, di per sé, una novità assoluta, ma lo studio dell’ICHAC è il primo a documentarlo, con stime numeriche precise, nel contesto epidemiologico italiano, in cui il ‘burden’ epidemico degli anni 80 è stato gravato da un elevato numero di pazienti tossicodipendenti e ora si ha un’epidemia ad andamento ‘stabile’, con una popolazione giovanile prevalentemente rappresentata da omosessuali e una più anziana rappresentata da eterosessuali.

Lo studio, in particolare, conferma che l’aspettativa di vita è funzione del recupero del sistema immunitario indotto dalla HAART, e non della sola HAART di per sé. La terapia è dunque indispensabile, ma non sufficiente, per ottenere un aumento della spettanza di vita.

Da qui la scelta del gruppo italiano di suddividere per le loro analisi i 9671 pazienti osservati (di cui il 73,5% maschi) in un gruppo senza recupero immunologico (nIR) cioè pazienti incapaci di raggiungere una conta dei CD4 > 500 cellule/microl, un gruppo con recupero immunologico (IR), cioè pazienti che hanno raggiunto tale target immunologico, e un gruppo di pazienti che hanno iniziato la HAART con valori di CD4 > 350 cellule/microl, e che pertanto non hanno mai sperimentato un vero deficit del sistema immunitario.

Queste categorie di pazienti sono state confrontate in maniera non esclusiva dividendo la popolazione a seconda se avevano iniziato la terapia prima o dopo il 1996, anno che segna lo spartiacque tra l’era pre- e post-HAART.

Gli autori, coordinati da Giovanni Guaraldi, dell’Università di Modena e Reggio Emilia, e Antonella D’Arminio Monforte, dell’Università di Milano, AO San Paolo di Milano, documentano che in un paziente sieropositivo di 40 anni che ha avuto un adeguato recupero immunologico ci si attende una vita residua di ulteriori 38 anni, poco diversa dai 41 anni stimati dall’Istat per un cittadino italiano di pari età, non sieropositivo. Ben diversa, invece, è la sorte di un HIV-positivo della stessa età che non riesca a raggiungere il medesimo target immunologico. Per lui, infatti, l'aspettativa di vita è di appena 23 anni. I pazienti di pari età del gruppo post-HAART, nel loro insieme, hanno mostrato una aspettativa di vita di 30 anni, a dimostrazione che questa categoria clinica è poco significativa ed eterogenea.

Ci dice Guaraldi: “il lavoro dimostra anche che nella popolazione sieropositiva la percentuale di pazienti che hanno raggiunto un recupero soddisfacente del sistema immunitario è aumentata nel tempo, parallelamente al calo della mortalità per AIDS”.

Dopo il 2005, infatti, si è assistito a un rapido aumento della quota complessiva dei pazienti che hanno ottenuto un buon recupero immunologico e nel contempo si è registrata una progressiva riduzione dei decessi correlati all’AIDS.

“È ora, quindi, di superare la tradizionale distinzione tra era pre- ed era post-HAART, collocate rispettivamente prima e dopo il 1996, e introdurre, invece, il concetto di ‘immunoricosituzione della comunità dei sieropositivi’, tenendo conto che il 2005 rappresenta il momento di passaggio dell’infezione da HIV da malattia rapidamente progressiva verso l’AIDS a una malattia cronica trattabile efficacemente con la terapia antiretrovirale” aggiunge lo specialista.

Guaraldi, non nasconde il proprio entusiasmo nel commentare questi dati: “noi che abbiamo visto la tragedia dell’AIDS degli anni 80 e 90 siamo ancora cauti nel dire che la malattia da HIV può non limitare più la speranza di vita delle persone infettate dal virus, nello stesso tempo, tuttavia, alla luce dei nostri risultati, possiamo e dobbiamo dire con forza che questo traguardo non è inarrivabile, ma si può raggiungere soltanto in pazienti che iniziano precocemente la terapia antiretrovirale e possono giovarsi di un pieno recupero immunologico”.

”Purtroppo, in una percentuale variabile intorno al 20% - e con i nuovi regimi di HAART minore - un certo numero di pazienti risponde bene alla terapia da un punto di vista virologico, ma non riesce a ricostituire in maniera adeguata il proprio sistema immune. Lo studio dimostra che solo se si ottiene anche un’adeguata risposta immunologica la propria aspettativa di vita può paragonarsi a quella della popolazione generale” aggiunge la professoressa D’Arminio-Monforte.

“Inoltre - e questo a mio parere è estremamente importante- il lavoro evidenzia che se non si ottiene un adeguato recupero immunologico si è a maggior rischio anche di patologie non correlate all’AIDS, che sono comuni con la popolazione generale, quali neoplasie e patologie cardiovascolari’ conclude D’Arminio-Monforte.


Alessandra Terzaghi
www.pharmastar.it/index.html?cat=search&id=13682
 
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