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Ipertensione arteriosa negli HIV+ sottovalutata secondo studio italiano

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silence..
view post Posted on 5/10/2013, 14:47     +1   -1




05 ottobre 2013

L’ipertensione affligge circa il 30% degli adulti non ospedalizzati affetti da HIV in Italia. Più di un terzo dei soggetti ipertesi non è consapevole della propria condizione, e più di due terzi sono fuori controllo. Per questo è obbligatorio un maggiore livello di attenzione alla diagnosi e al trattamento in questo setting. Sono le conclusioni di una ricerca pubblicata sull’American Journal of Hypertension.

Lo studio, multicentrico, trasversale, condotto sull’intero territorio nazionale, è stato coordinato da Giuseppe Vittorio De Socio, dell’Unità di Malattie Infettive dell’Ospedale universitario di Perugia, e ha visto il coinvolgimento di varie altre strutture: l’Ospedale Sacco di Milano, l’università di Bari, l’Ospedale di Pescara, l’Ospedale “Santa Maria” di Terni, l’Ospedale universitario San Martino di Genova, l’università di Bologna, l’Ospedale Amedeo di Savoia di Torino, l’università di Sassari e l’Ospedale di Busto Arsizio.

I ricercatori hanno raccolto un campione di 1.182 pazienti affetti da HIV, non selezionati, consecutivi. In tutti i soggetti arruolati è stata accuratamente misurata la pressione arteriosa ambulatoriale. I pazienti sono risultati di sesso maschile nel 71% dei casi, con un’età media di 47 anni; il 6% era naive a trattamenti antiretrovirali. La prevalenza complessiva di ipertensione si è attestata al 29,3%; un valore compreso tra normale ed elevato ha reso conto di un 12,3% aggiuntivo.

«Tra i soggetti ipertesi» scrivono gli autori «il 64,9% era inconsapevole della propria condizione di iperteso. In ogni caso, il 52,9% era trattato e il 33% era sotto controllo (pressione arteriosa < 140/90 mmHg)». I farmaci antipertensivi sono stati impiegati in monoterapia nel 54,3% dei soggetti studiati. Le classi terapeutiche più comunemente utilizzate (nel 76% dei casi) sono state gli Ace-inibitori e i sartani, in monoterapia (39,1%) o in combinazione (37,0%).

In modelli di regressione multivariabile, l’ipertensione è apparsa predicibile in modo indipendente dai tradizionali fattori di rischio, compresa l’età =>50 anni, il sesso maschile, l’anamnesi familiare positiva per malattia cardiovascolare, il diabete, l’obesità centrale e la sindrome metabolica, così come la durata dell’infezione da HIV, la durata della terapia antiretrovirale, e un nadir della conta delle cellule CD4+T <200/ul. La scelta di un inibitore delle proteasi rispetto a quella di un inibitore reversibile della trascrittasi inversa o di un terzo antiretrovirale si è invece rilevata irrilevante.

«Il comportamento delle differenti componenti della sistolica sono apparse molto simili a quelle osservate nella popolazione generale, con un progressivo aumento della pressione arteriosa sistolica all’aumentare dell’età» si legge nell’articolo. «Al contrario, la pressione diastolica raggiunge un plateau all’incirca a 60 anni e poi declina».

«L’infezione cronica da Hiv potrebbe ridurre o influenzare negativamente l’elasticità dell’albero arterioso» suggeriscono gli autori «e l’aumento della differenziale età-correlata può essere considerato una semplice misura, seppure in qualche modo indiretta, di rigidità arteriosa».

La gestione dell’infezione da HIV, sottolineano ancora i ricercatori, è attualmente resa molto complicata dalla politerapia che può aumentare la frequenza di potenziali interazioni farmacologiche con la terapia antiretrovirale e favorire la tossicità dei trattamenti, riducendone l’adesione.

«A tale proposito» afferma il team di studiosi «l’uso prevalente di Ace-inibitori e sartani - riscontrato nel nostro campione - è in accordo con le linee guida dell’European AIDS Clinical Society che mette in guardia sulle possibili interazioni significative tra inibitori delle proteasi e non nucleosidici della trascrittasi inversa con i calcio-antagonisti e i beta-bloccanti».

In conclusione, affermano gli autori, questo studio sottolinea l’impatto dell’ipertensione nei pazienti affetti da HIV e deve indurre a una maggiore attenzione alle forme non controllate per l’aumentato rischio cardiovascolare che potrebbe derivarne.


De Socio V, Ricci E, Maggi P. Prevalence, Awareness, Treatment, and Control Rate of Hypertension in HIV-Infected Patients: The HIV-HY Study. Am J Hypertens, 2013 Sep 27. [Epub ahead of print]
www.pharmastar.it/index.html?cat=search&id=12456
 
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*Loris*
view post Posted on 5/10/2013, 20:50     +1   -1




la pressione me la misuro io da solo ... è quasi una fissa tutti i giorni ... sarà perchè almeno quella è abbastanza a posto o tende ad essere scarsa thumbup
 
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1 replies since 5/10/2013, 14:47   56 views
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