Delude un vaccino anti Hiv americano, alt alla sperimentazione Delude un vaccino anti Hiv americano, alt alla sperimentazione
28 aprile 2013
Il National Institutes of Health americano ha deciso di interrompere un'imponente studio su un vaccino sperimentale contro l'Hiv perché non stava dando alcun risultato, in quanto non ha ridotto la comparsa dell’infezione nemmeno la quantità di virus circolante nelle persone già infette.
Iniziato nel 2009 e noto come Hvtn 505, lo studio coinvolgeva 2504 uomini, la gran parte omosessuali o transgender, arruolati in 19 diverse città americane. Il vaccino sperimentale si basava su una versione modificata del Dna del virus e sul metodo del prime-boost: il vaccino è inoculato nel corpo per renderlo immune al virus; poi un altro vaccino, contenente lo stesso dna modificato inserito in un virus del raffreddore, viene iniettato per rafforzare la risposta del sistema immunitario. Ovviamente, nessuno dei due vaccini può causare l'Hiv.
L’idea di base del vaccino era quella di “allenare” le cellule T del sistema immunitario ad attaccare le prime cellule infettate dal virus con la speranza che il vaccino potesse da una parte prevenire la comparsa dell’infezione e allo stesso tempo essere di aiuto a chi era già infetto.
Così però non è ststo. Nel gruppo di uomini vaccinato si è registrato un livello di contagio leggermente superiore rispetto al gruppo di controllo, a cui non era dato il vaccino ma un placebo. La differenza , 41 infezioni ne gruppo vaccinato e 30 nel gruppo placebo non era statisticamente significativa, ma certamente non poteva dare speranze di successo.
Quella della ricerca di un vaccino contro l'Hiv è una scommessa che finora ha visto molte sconfitte. Solo uno studio tailandese condotto del 2009 su circa 16.400 volontari eterosessuali aveva dato qualche modesto risultato, con una capacità preventiva del 31%. Quel vaccino era il risultato della combinazione di due prodotti: l'Alvac HIV di Sanofi Pasteur e l'Aidsvax della VaxGen (che da solo si era rivelato inefficace).
Per il dottor Anthony Fauci, a capo del National Institute of Allergy and Infectious Diseases, i risultati dello studio sponsorizzato dall’Nih sono stati "una delusione" ma "abbiamo avuto importanti informazioni da questo studio" che potranno essere utili per nuovi studi.
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