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2009, Jan 8- Nuova molecola per bloccare l'HIV Da Rafael

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*Loris*
view post Posted on 31/3/2013, 20:43     +1   -1




2009, Jan 8- Nuova molecola per bloccare l'HIV

Da Rafael il Lun 14 Mar 2011, 23:59

Una nuova arma contro l'AIDS, scoperta grazie ad una ricerca condotta dal CNR e dall'Universita' di Siena. Una molecola in grado di contrastare e bloccare la proteina cellulare DDX3, responsabile dello sviluppo della malattia. Nuove speranze, quindi, per combattere il virus dell'HIV, responsabile dell'AIDS. La prestigiosa rivista di divulgazione scientifica Journal of Medicinal Chemistry documenta nel dettaglio i risultati della ricerca: la molecola scoperta sarebbe farmacologicamente attiva in quanto basata su prodotti che agiscono sugli enzimi virali. La molecola e' stata scoperta da ricercatori del Laboratorio di Virologia Molecolare diretto da Giovanni Maga presso l'Istituto di Genetica Molecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pavia in collaborazione con il Laboratorio di Chimica Farmaceutica dell'Universita' di Siena, diretta dal prof Maurizio Botta. La molecola killer dell'AIDS agirebbe, a differenza della terapia attuale, contro l'enzima e sarebbe percio' capace di arrestare l'infezione, impedendo la replicazione virale dell'HIV, senza pero' compromettere le cellule sane dell'organismo. Si tratta, cioe', di una molecola farmacologicamente attiva, in grado di bloccare l'infezione perche' diretta contro un "enzima cellulare", a differenza della terapia attuale che si basa invece su farmaci diretti contro "enzimi virali". Il virus dell'HIV e' un parassita delle cellule umane, non essendo in grado di riprodursi al di fuori dell'organismo infetto"spiega Giovanni Maga del CNR."Come un vero predatore, il virus si introduce nella cellula colpita dall'infezione (solitamente un linfocita) e la "spoglia" delle sue risorse nutritive ed energetiche per duplicare il proprio genoma e costruire nuovi virioni. Al termine di questo processo di spoliazione, i nuovi virus escono dalla cellula, la quale, esaurite le sue energie, muore."
All'interno della cellula infettail virus HIV prende il controllo di numerosi enzimi cellulari, distogliendoi dalle loro normali funzioni e "obbligandoli" a lavorare per produrre nuove particelle virali. "Uno di questi enzimi e' la proteina cellulare DDX3", spiega ancora il Dr. Maga"che normalmente interviene nella produzione delle proteine cellulari, facilitando il flusso di informazione genetica tra il nucleo (dove l'informazione viene custodita) e il citoplasma (dove l'informazione viene tradotta in nuove proteine). Il virus HIV si inserisce in questo "circuito" e fa si' che il DDX3 trasporti solo l'informazione genetica virale, al fine di massimizzare la produzione di proteine virali a scapito di quelle cellulari. Quindi il DDX3 e' un cofattore essenziale per la riproduzione del virus all'interno delle cellule umane". Partendo da queste premesse, i ricercatori hanno utilizzato tecniche computerizzate per disegnare una molecola "su misura" per la proteina DDX3, la quale, successivamente sintetizzata e provata nei test biologici, si e' dimostrata in grado di interferire con l'azione del DDX3, bloccandola. I risultati, pubblicati sulla rivista Journal of Medicinal Chemistry dell'American Society, dimostrano come il blocco dell'azione del DDX3 causi interruzione della replicazione virale nelle cellule infette dal virus HIV, senza danneggiare le cellule non infette, che, al contrario del virus, posseggono meccanismi in grado di compensare la perdita di DDX3. "Questi risultati dimostrano, per la prima volta", aggiunge il ricercatore, "che un farmaco diretto contro un enzima cellulare e' in grado di bloccare l'infezione da HIV. La terapia attuale si basa su farmaci diretti contro enzimi virali." Ma gli enzimi virali hanno la tendenza a modificare la loro struttura (mutare) durante la terapia, diventando resistenti ai farmaci utilizzati. "Gli enzimi cellulari, invece, hanno una capacita' molto inferiore di mutare"conclude Giovanni Maga, "percio' un farmaco diretto contro un enzima cellulare avrebbe piu' probabilita' di conservare la sua efficacia anche per tempi piu' lunghi di terapia".


Rafael

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