| Tra me e i gatti non c'è sintonia...mi piace guardarli...mi piace carezzarli, quando se lo lasciano fare, ma sento che la loro presenza mi innervosisce..così senza un reale motivo..e spesso il sentimento è ricambiato... Il gatto di mio fratello mi odiava...mi faceva gli appostamenti e infilava dolcemente le sue unghiette nelle mie gambe...se mi incrociava con lo sguardo mi soffiava e si gonfiava come un pallone...
Tanti anni fa ne presi uno per capire il motivo di questa ostilità ..lo regalai dopo un mese ad una mia amica : totale incompatibilità...
Questa poesia di Pablo Neruda però merita di esser letta....
ODE AL GATTO
Gli animali furono imperfetti, lunghi di coda, plumbei di testa. Piano piano si misero in ordine, divennero paesaggio, acquistarono in grazia, volo. Il gatto, soltanto il gatto apparve completo e orgoglioso: nacque completamente rifinito cammina solo e sa quello che vuole. L’uomo vuol essere pesce e uccello, Il serpente vorrebbe avere le ali, il cane è un leone spaesato, l’ingegnere vuol essere poeta, la mosca studia da rondine, il poeta cerca di imitare la mosca, ma il gatto vuole esser solo gatto dai baffi alla coda, dal fiuto al topo vivo, dalla notte fino ai suoi occhi d’oro. Non c’è unità come la sua, non hanno la luna o il fiore una tale coesione: è una sola cosa come il sole o il topazio, e l’elastica linea del suo corpo, salda e sottile, è come la linea della prua di una nave. I suoi occhi gialli hanno lasciato una sola scanalatura per gettarvi le monete della notte. Oh piccolo Imperatore senz’orbe, conquistatore senza patria, minima tigre da salotto, nuziale sultano del cielo delle tegole erotiche, il vento dell’amore nell’aria aperta reclami quando passi e posi quattro piedi delicati sul suolo, fiutando, diffidando di ogni cosa terrestre, perché tutto è immondo per l’immacolato piede del gatto. Oh fiera indipendente della casa, arrogante vestigio della notte, neghittoso, ginnastico ed estraneo, profondissimo gatto, poliziotto segreto delle stanze, insegna di un irreperibile velluto, probabilmente non c’è enigma nel tuo contegno, forse non sei mistero, tutti sanno di te ed appartieni all’abitante meno misterioso, forse tutti si credono padroni, proprietari, parenti di gatti, compagni, colleghi, discepoli o amici del proprio gatto.
Pablo Neruda
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